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Comunicato #797 – L’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera ricorda il Sisma 1980

Presidente Sicolo:
“Ingegneri lucani avamposto tecnico e culturale del territorio”

In occasione del quarantesimo
anniversario dal sisma del 23 novembre 1980, l’Ordine degli Ingegneri della
provincia di Matera, per il tramite del suo presidente, ing. Giuseppe Sicolo, ha
emanato la seguente dichiarazione:

“Sono passati quarant’anni da quando la terrà tremò in Irpinia e Basilicata,
seminando ovunque grandi devastazioni e la disperazione per i tanti lutti che
decimarono le popolazioni di quei paesi.

Sebbene la macchina della ricostruzione abbia accumulato, in tutti questi anni,
un ritardo imperdonabile e – in diversi casi – ormai incolmabile, non possiamo
dimenticare il ruolo sociale che la nostra categoria professionale ha
rappresentato in tutte le piccole comunità della Basilicata. Con la loro
attività di progettazione per la ricostruzione del patrimonio abitativo locale,
gli ingegneri lucani hanno impresso orientamento e fiducia verso le famiglie
della regione, spesso verso amici e parenti in preda allo sconforto; con il
loro lavoro gli ingegneri, in tutti questi anni, hanno rappresentato il
prezioso collegamento tra il dramma del sisma e il ritorno alla normalità
quotidiana. Certo questa esperienza, spesso commovente, è stata una scuola
fondamentale per la preparazione dei nostri ingegneri, ma occorre sottolineare
quanto questa categoria professionale trovi un connaturato motivo d’esistere
proprio al servizio delle persone, delle loro famiglie, e delle attività
amministrative ed economiche del proprio territorio.

Oggi la figura dell’ingegnere rappresenta più che mai l’avamposto tecnico e,
soprattutto, culturale, affinché una comunità locale – grazie anche
all’evoluzione dei dispositivi legislativi, come in Basilicata è certamente
avvenuto, anche molto di recente – aspiri ad una sempre più corretta applicazione
dei moderni principi costruttivi, ad una razionale gestione delle risorse del
territorio, e alla migliore assicurazione che le storie di morte e distruzione,
come quella del 1980, non abbiano più a ripetersi”.